domenica 12 luglio 2009

Flipper - Love (2009)


L’erba cattiva non muore mai. Magari invecchia, diventa più amara, dal sapore ancora più forte; magari invecchiando s’ammorbidisce - un sapore delicato e leggero -, magari si sceglie un vino adeguato, un contorno per sentirsi meno soli. Magari, se l’erba cattiva è così cattiva da arrivare a schiattare sarà stata sicuramente abbastanza cattiva per tirarsi qualcuno con sé nello sprofondo. Non sono sicuro, credo di preferire l’erba che ti fa male.

La voce di Bruce Loose s’è fatta più tagliente, più dura. Ha qualche nuova sfumatura, adeguata per raccontare le sue storie di disumana sofferenza e umana sopportazione. Più che erba cattiva, sembra uno psicopatico con il pallino della comunicazione. Sarà, sarà quel che sarà, ma è vivo... i Flipper sono vivi, incazzati come quindicenni e con il fegato da ottantaduenni. Sono dei vecchi incazzati, ma comunque vivi e in una tirata fanno il culo all’80% dei gggiovani d’oggi che imbracciano un qualsiasi strumento perché, pur sforzandosi di non aver classe - una di quelle stronzate per gente che si sforza d’esser seria -, la classe non è acqua e loro di acqua ne hanno sempre bevuta poca.
E allora la gioventù sonica invecchia, mostra le rughe, gira il mondo in tour-bus per dischi stanchi ... Un tour-bus che qualcuno più furbo riempierebbe di gnocca e alcol.
I Flipper no, non hanno rughe e nessun tour-bus. Solo cicatrici.

Will Shatter è schiattato da non poco e allora
Steve DePace, Ted Falconi (sì, quello che sembra suonare la chitarra con una smerigliatrice) e Bruce Loose si pigliano un figlioccio, uno di quelli che hanno creato, e gli dicono di spaccare teste con gioia. Ed è così che Chris Novoselic stacca il basso Gibson - quello nero - dal chiodo dove era stato appeso e prende a suonare con i suoi idoli, con quelli che, sotto consiglio dell’amico Buzz Osburne, ascoltava tre volte al giorno. E il basso c’è, strumento da sempre principe dei deliri dei Flipper, questa volta con dei giri, dei maggiori, con degli alti che non te lo immaginavi così il Novoselic dato che lo ricordavi come un Don Abbondio "quasi" qualsiasi.

La ricetta è quella da trent’anni a questa parte: versione ultra-lenta, ultra-disperata dell’Hardcore, come se i Joy Division si mettessero a suonare “Damaged” credendo d’essere i Black Sabbath... tutto sotto la supervisione dell’Iggy ultra-fatto e sfatto di Funhouse.
Tutto ultra, ci macherebbe. E allora i monoliti da oltre sei minuti - “Only One Answer”; “Why Can’t You See”; “Old Graves” - non li racconto nel loro incedere lento e marcato, da scia marrone, da sofferenza diffusa e profusa ... Sarebbe come svelarvi chi è l’assassino. Vi dico che Bruce ad un certo puto cambia, smette di raccontare e canta - “Be Good, Child!”; “Learn to Live”; “Night Falls”. Quella melodia che non aspettavi da uno stronzo che non vuole intrattenerti, ma solo farti del male. Sarà che sta invecchiando? Per Love (2009) arruolano un altro vecchio illustre, Jack Endino, e tutti a casa Novoselic per un "Camp Band" fiquo e profiquo.

E ora bisogna scegliere.
Io gridavo cose giuste ed ora sono uno splendido quarantenne... oppure... Maledetti Bastardi, sono ancora vivo?


- Be Good, Child!
- Learn To Live
- Only One Answer
- Live Real
- Triple Mass
- Love Flight
- Transparent Blame
- Why Can't You See
- Night Falls
- Old Graves

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